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Questa panoramica via ferrata può essere percorsa in entrambi i sensi. Tanto per raggiungere il rifugio Franchetti da Campo Imperatore quanto nella direzione inversa. Bisogna però prestare attenzione ai nevai che bloccano il tracciato fino a luglio inoltrato, rendendola pericolosa assai. Di seguito si descrive un percorso ad anello che può essere percorso partendo dal rifugio, che però, come detto, non è l’unico possibile. I tempi di percorrenza per la sola via ferrata sono di due ore circa, con un dislivello di 150 metri.
Dislivello: m 480. Difficoltà: EEA (ore 3,30)
Dal rifugio Franchetti 2433 m si sale lungo un comodo sentiero che traversa la parte superiore della Valle delle Cornacchie fino a raggiungere la Sella dei Due Corni 2547 m. Si scende quindi a destra su sfasciume nel Vallone dei Ginepri, costeggiando alcune imponenti strutture del Corno Piccolo (le Fiamme di Pietra). Una volta arrivati all’attacco della Via Ferrata Danesi (ben segnalato sulla destra da una piastra metallica) si individua e si percorre sul lato opposto un sentiero che taglia a mezzacosta il ghiaione. Dopo poco si scorge il cavo metallico, che si seguirà su un lungo percorso quasi sempre molto esposto e che richiederà di superare anche numerosi pioli e scalette leggermente strapiombanti, fino a raggiungere la Sella del Brecciaio 2506 m. Di grande bellezza è la vista sulla Val Maone e sul Pizzo d’Intermesoli, magnifico panorama che accompagna lungo tutta la via ferrata. La via di ritorno al rifugio Franchetti può quindi seguire sulla sinistra, compiendo un giro ad anello, lungo parte della Via Normale alla Vetta Occidentale del Corno Grande, che verrà abbandonata poco oltre la Conca degli Invalidi a favore del sentiero che sulla sinistra porta al Passo del Cannone (attrezzato con cavi e gradini metallici) e quindi indietro alla Sella dei Due Corni e al rifugio.
Consigli dell’Autore ATTENZIONE: la Via Ferrata Brizio, essendo esposta a nord, presenta un pericoloso nevaio che spesso persiste fino ad agosto e il cui attraversamento richiede molta attenzione, oltre a piccozza, ramponi e corda. Si consiglia quindi di affrontare la via solo dopo essersi informati presso i rifugi di zona, le guide locali o il soccorso alpino che non vi siano più condizioni di pericolo; in autunno è possibile trovare ghiaccio vetrato, anche in assenza di neve fresca.
Foto di Federico Masci