Traversata Alta con discesa a Casale San Nicola

È una classica scialpinistica che attraversa il massiccio da Sud a Nord percorrendo ambienti suggestivi. La gita può essere più o meno impegnativa col variare delle condizioni della neve. La presenza di ghiaccio può creare problemi; indispensabile l'attrezzatura alpinistica. Difficoltà: BSA. Dislivello: circa m 800 in salita e m 2100 in discesa. Tempo: ore 5. 

SALITA

Due itinerari distinti portano a svalicare la cresta della Portella, spartiacque tra Campo Imperatore e Campo Pericoli, per raggiungere la Sella di Monte Aquila.

1) Il primo sale diretto dalla funivia di Campo Imperatore al rifugio Duca degli Abruzzi m 2388 (ore 0,30). Da qui si segue la delicata cresta che verso nord/est conduce alla Sella di Monte Aquila m 2335 (ore 0,15).

2) Il secondo evita il rifugio Duca degli Abruzzi: usciti dalla funivia si scende ad Est lungo la strada innevata verso Campo Imperatore, fino al primo tornante a quota 2050 circa. Da qui ci si dirige verso nord, rimontando il grande anfiteatro tra Monte Aquila e la cresta del rifugio Duca degli Abruzzi e valica sul lato destro la Sella di Monte Aquila m 2335 (ore 1,15). Ora si prosegue lungo la tondeggiante cresta verso Corno Grande. Lasciato a destra (Est) Monte Aquila si attraversa il pianoro della Sella di Corno Grande e ci si innalza sulla china fino al Sassone (m 2500). Quindi si entra nel canale poco a sinistra della crestina. Senza sci lo si risale prima per un canalino, poi per un pendio più aperto e quindi su per una strettoia più ripida (45°). Superato così il tratto più difficile si è in breve sulla vetta Occidentale del Corno Grande m 2914 (ore 3,00).

DISCESA

Dalla cima si scende la crestina verso ovest, si lascia a sinistra l'imbocco del ripido Canale Bissolati e si continua fino ad un'aerea selletta. Da qui si scende ad est prima su pendio molto ripido e poi più moderato nella conca del Ghiacciaio del Calderone. È stupenda adesso la discesa dentro l'anfiteatro delle Tre Vette del Corno Grande. Quando si è quasi arrivati sul fondo del catino si taglia in diagonale a sinistra per superare l'evidente morena frontale. Si arriva ad affacciarsi così sul pendio, ripido e spesso gelato, che porta al rifugio Franchetti. All'altezza della morena bisogna fare attenzione a non spostarsi troppo a sinistra dove delle fasce rocciose interrompono il versante rendendo pericolosa la discesa. Dal Franchetti si scende sul lato sinistro del Vallone delle Cornacchie prima tra suggestivi blocchi rocciosi e poi accostandosi alla parete est del Corno Piccolo (attenzione alle scariche di sassi), arrivando a quota m 2100 circa al delicato Passo delle Scalette. Superato senza sci l'ostacolo non rimane che la bella discesa ai Prati di Tivo sotto i piloni della seggiovia o giù per il canale a sinistra della caratteristica Pietra della Luna, scoglio roccioso a mò di trampolino poco a monte della Madonnina. Se l'innevamento lo consente è sicuramente consigliabile la discesa fino a Casale San Nicola: nel Vallone delle Cornacchie, all'altezza del Passo delle Scalette si affronta il pendio che scende ad est, dapprima ampio e poi che va a stringersi in alcuni canalini più ripidi. Per evitare dei canalini interrotti da paretine di roccette ed erba bisogna tenersi accostati tutto a sinistra, nel canale al fianco di un evidente spalto roccioso stratificato. Oltre il canale la discesa si fa meno ripida e, lasciandosi alla sinistra l'abbandonato rifugio di San Nicola m 1665, si continua nel fosso, spesso ostruito dagli accumuli di grosse valanghe. La vista sul Paretone del Corno Grande è insieme grandiosa ed oppressiva, e rende di per sé indimenticabile quest'itinerario. Intorno a quota m 1450 si raggiunge il lato sinistro del fosso, dove una buona traccia di sentiero scende verso il paese. Fare attenzione a non lasciare la traccia quando questa incontra una stradina che traversa la valletta verso destra, ma continuare sul versante sinistro, incontrando in breve i segni bianchi e rossi del Sentiero Italia e quindi la chiesetta e la fonte di San Nicola. Si giunge così al piccolo paese di Casale San Nicola, purtroppo soffocato dagli altissimi piloni dell'autostrada.

(Dalla guida scialpinistica "La Montagna Incantata" di L. Mazzoleni, Porzi Editoriali)

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